Palazzo Lapini
I Lapini furono un'importante famiglia di proprietari terrieri di Subbiano. Fecero fortuna grazie all'attività agricola e al fatto che organizzarono il loro palazzo, nel centro del paese, come una vera e propria fattoria, attrezzata per la conservazione e la vendita dei prodotti della terra.
La famiglia, ascritta alla nobiltà aretina nel 1837, in virtù della sua condizione economico-sociale, in un periodo storico in cui la rappresentanza politica era saldamente ancorata al censo, rivestì anche le principali cariche pubbliche della comunità di Subbiano: Francesco Lapini fu nominato Maire dal governo francese nel 1808; successivamente, Lorenzo Lapini fu designato più volte Gonfaloniere dal Granduca di Toscana e Lapino Lapini fu Sindaco nel 1886 e nel 1892.
Il personaggio più celebre della famiglia fu Orazio Lapini, poeta ed oratore, che nei primi decenni del Novecento abitò in questo palazzo, dove scrisse tutta la sua produzione letteraria. A lui si deve un'importante raccolta di poesie di ispirazione carducciana e il volume "Conferenze e discorsi" (1926), che offre uno spaccato della vita e dell'attività culturale e politica subbianese.
Grazie ad una sua donazione, l'Accademia Petrarca di Arezzo poté acquistare un rilevante fondo librario che, costituito in una sezione a sé stante e dedicato al figlio Lorenzo, morto prematuramente, è tuttora consultato dagli studiosi.